Il distretto azerbaigiano di Tartar, nei pressi della linea di contatto con l’area occupata dall’Armenia, è un esempio di come si può continuare a vivere anche in una zona di guerra. Ho avuto modo di visitare e incontrare le autorità del distretto durante la mia missione dell’Aprile 2018 in Azerbaigian. Abbiamo visitato il distretto di Tartar con l’obiettivo di conoscere e monitorare la situazione nei villaggi situati in prima linea lungo il confine del conflitto e visionare le condizioni degli sfollati interni. Il capo dell’autorità esecutiva del distretto di Tartar, Müstaqim Mammadov ha illustrato e descritto, durante un breve colloquio, le opportunità, la storia e il futuro della regione. Il distretto azerbaigiano del Tartar è sulla linea di contatto, a 48 chilometri dall’Armenia. A seguito della regolare violazione del cessate il fuoco da parte delle unità delle Forze armate armene, gli edifici amministrativi e residenziali, il bestiame locale e molte strutture agricole della città sono gravemente danneggiate e vi è concreta difficoltà con la vita quotidiana della popolazione. Molte di queste persone vivono a meno di 200 metri dalla linea di contatto tra l’Esercito azero e quello armeno, in zone al momento sicure dopo i gravi fatti dell’aprile del 2016. Nell’area c’è una florida attività agricola basata su alcuni elementi principali: il cotone; il tè; la camomilla; le fragole; e le ciliegie. Si tratta di prodotti interamente biologici e le uniche fabbriche presenti nei dintorni si occupano della lavorazione. Il governo centrale di Baku dai fatti del 2016 ha investito molto per ripristinare la situazione alla normalità e gli effetti si vedono. La produttività agricola, oltre a essere una peculiarità del distretto è continuamente in pericolo a causa della “guerra dell’acqua” secondo quanto riferito dalle autorità, poiché dal lato armeno sono stati bloccati i corsi idrici e quindi è stato necessario costruire delle strumentazioni apposite per garantire l’irrigazione dei campi. Durante i mesi estivi, il conflitto ha generato danni all’ambiente. Di conseguenza, le colture di cereali e altri prodotti agricoli sono stati gravemente danneggiati. L’occupazione da parte degli armeni dei bacini artificiali di Sarsang e Madagiz crea difficoltà nell’irrigazione delle aree seminate. Nella stagione invernale, l’apertura dei bacini, da parte delle forze di occupazione, provoca l’allagamento delle aree seminate e degli insediamenti. Inoltre, le sostanze esplosive sono scaricate lungo il corso dei fiumi. Müstakim Mammadov ha osservato, con rammarico, che le azioni dell’Armenia provocano continuamente danni e problemi alla comunità locale e all’ attività principale: l’agricoltura.
Link: Bir qrup xarici jurnalist Tərtər rayonuna səfər edib
- Incontro presso una struttura civile del distretto di Tartar
- Incontro presso una struttura civile del distretto di Tartar
- Visita presso una postazine medica del distretto di Tartar
- Visita presso una struttura scolastica del distretto di Tartar