Le opportunità economiche e le riforme giuridiche del paese delle aquile

La Repubblica d’Albania è situata nel sud-est del continente europeo, e nel sud-ovest della penisola balcanica; confina a nord e a nord-est con il Montenegro, ad est con la Macedonia, con la Grecia a sud ed a sud-est, ed infine con il Mar Adriatico ed il Mar Ionio ad ovest. Il territorio Albanese si estende per circa 28.748 km2 di cui oltre i tre quarti sono montagne e colline; la zona costiera è invece pianeggiante e si estende per circa 600 km. L’Albania ha un clima tipicamente mediterraneo, con inverni freddi e umidi ed estati calde e secche. La vicinanza all’Italia rappresenta un punto di forza per lo sviluppo delle relazioni economiche e commerciali con la nostra penisola. Un’azienda italiana ha numerosi vantaggi se investe in Albania, perché può disporre di una forza lavoro qualificata, di una tassa sugli utili molto vantaggiosa (dal 0% al 15%), del costo della manodopera tra i più bassi dell’Europa Orientale, del trattato sulla doppia imposizione con l’Italia, del livello di istruzione della popolazione superiore alla media UE. Inoltre, la lingua italiana è parlata da buona parte della popolazione, ci sono forti incentivi da parte del FMI e BCE per le iniziative imprenditoriali, c’è una presenza capillare di banche internazionali (Raiffaisen, Societè Generale) e italiane (Banca Intesa, Veneto Banca) e il Paese è in pieno boom economico con ampi spazi per investimenti in vari settori. Per l’International Trade Center, l’Albania vanta la più alta crescita economica del sud-est europeo. Nonostante gli effetti della crisi globale l’export dei prodotti “Made in Albania” è cresciuto del 23%, i tassi di crescita del Pil si sono mantenuti positivi, così come gli investimenti diretti esteri. La forte attenzione del Governo albanese verso la tematica energetica e l’interconnessione elettrica tra il mercato balcanico e l’Italia spingono ad essere ottimisti sulle ulteriori prospettive di sviluppo del settore. Altra opportunità per le nostre imprese è costituita dalla realizzazione del tratto albanese del Trans Adriatic Pipeline (TAP), che prevede la costruzione di un gasdotto destinato al trasporto del gas dell’Azerbaigian, il giacimento dello Shaz Deniz, fino alle coste italiane, attraverso la Grecia e l’Albania. In aggiunta alle ottimistiche previsioni dell’International Trade Center vi è anche il recente rapporto dell’Institute for Economic Studies di Vienna. Quest’anno, il prossimo e nel 2020, l’Albania sarà l’economia in più rapida crescita nei Balcani occidentali si legge dal report dell’Istituto. Per quest’anno, l’Istituto di Vienna (come riportato dal Portale di informazione economica e geopolitica “AlbaniaInvestimenti.com”) prevede una crescita economica del paese al 4,1%, e per il prossimo anno al 4%, per poi scendere al 3,9% nel 2020. Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, le ultime proiezioni mostrano che l’Albania ha rappresentato il tasso più basso in questi ultimi tre anni, con rispettivamente il 13%, il 12,5% e il 12%. Per quanto riguarda il tasso di inflazione, le proiezioni rimangono invariate. Nonostante gli effetti negativi della crisi globale, l’export dei prodotti “Made in Albania” è cresciuto del 23%, i tassi di crescita del Pil si sono mantenuti positivi, secondo le proiezioni della Banca Mondiale, così come gli investimenti esteri.

Il sistema giudiziario in Albania.

La legislazione albanese è oggetto di numerose riforme (come riportato dal volume “Internazionalizzazione delle imprese. Le caratteristiche degli investimenti in Albania” di R. Laera, F. A. Tresca e A. Veshi) grazie al supporto dell’Unione Europea e del governo degli Stati Uniti d’America. Il parlamento albanese ha promulgato importanti riforme legislative, le quali hanno generato l’approvazione di numerose leggi in linea con la giurisprudenza occidentale. Il governo di Edi Rama ha incoraggiato una serie di provvedimenti tesi a rafforzare lo stato di diritto e la democrazia, requisito fondamentale per l’adesione dell’Albania all’Unione Europea. Nel corso del 2017, il governo ha lanciato una campagna per la legalità attraverso un programma di riqualifica del territorio, abbattendo numerosi palazzi abusivi. Il 22 luglio 2017 è stata approvata la riforma della giustizia che ha modificato per quasi il 50% la costituzione albanese. Tale riforma è stata un requisito essenziale per l’Unione Europea, per l’entrata dell’Albania in Ue, prevedendo un radicale cambiamento di tutto il sistema giudiziario. Per combattere la corruzione, tra i maggiori problemi del paese, tale riforma ha consentito di sottoporre ad una scrupolosa verifica tutti i patrimoni personali dei giudici e dei procuratori. Specifichiamo che in Albania, le fonti del diritto sono la Costituzione, le Convenzioni Internazionali ratificate, le leggi del Parlamento e le decisioni del Consiglio dei Ministri. Gli atti degli enti locali si applicano solo nel territorio in cui l’ente locale stesso esercita la sua giurisdizione. Inoltre, l’Albania è membro del Consiglio d’Europa e della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, il paese ha sottoscritto la Convenzione della Corte Internazionale di Giustizia, ratificando lo statuto della Corte Penale Internazionale. Il sistema giudiziario dell’Albania è stato implementato, con particolare riferimento agli organi della giustizia, al fine di promuovere l’integrità del sistema, supportando l’indipendenza, l’efficienza, la credibilità, la trasparenza e la responsabilità. Una riforma decisiva, come affermato dall’Ambasciatore italiano nella Repubblica di Albania. In una recente intervista, l’Ambasciatore Alberto Cutillo ha dichiarato:

L’Albania ha soddisfatto buona parte delle 5 priorità fissate a suo tempo dalla Commissione. Si tratta ora di valutare i risultati concreti ottenuti negli ultimi due ambiti, ossia riforma della giustizia e contrasto alla criminalità. Parallelamente al facilitare il percorso dei WB6 nel loro cammino verso l’Unione europea, il Processo dei Balcani occidentali punta a sviluppare una maggiore integrazione regionale, specie dal punto di vista economico/commerciale e infrastrutturale. Crediamo che si stia lavorando bene in questo senso e che il Piano di azione pluriennale adottato a Trieste consentirà di ridurre una serie di ostacoli che oggi rendono questo mercato molto frammentato, impedendo una piena ottimizzazione delle opportunità per le imprese e per gli oltre 20 milioni di potenziali consumatori. Siamo molto fiduciosi rispetto al contributo che le Pmi, realtà industriali predominanti nella Regione e soprattutto in Albania, daranno per identificare le principali necessità alla base di una serie di riforme da implementare per addivenire ad un quadro normativo e regolamentare sempre più omogeno e compatibile con i moderni mercati globalizzati”.

L’obiettivo generale del processo di riforma giudiziaria è la creazione di un sistema giudiziario efficiente, affidabile, indipendente, professionale, aperto e che gode della fiducia del pubblico, a sostegno dello sviluppo sostenibile supportando lo sviluppo socio economico del paese e consentendo la sua integrazione nello spazio europeo.

Import, Export e Iva.

Le importazioni e le esportazioni sono cresciute molto rapidamente nel corso degli ultimi anni. I principali prodotti esportati sono quelli tessili e le calzature, prodotti minerari, petroliferi, elettricità, materiali per costruzioni e metalli. I principali partener commerciali dell’Albania sono l’Italia, la Grecia, la Turchia, la Spagna e la Cina. Gli scambi con i paesi dell’Europa sud orientale sono in aumento dopo l’introduzione degli accordi bilaterali di libero scambio. Con il 2018, particolare attenzione è stata dedicata al consumo e alle importazioni del caffè. Sono state importate 61 tonnellate in più di caffè rispetto al 2017. Secondo i dati ufficiali della Direzione generale delle dogane, per un periodo di 10 mesi, il livello delle importazioni di caffè ammontava a 6.980 tonnellate. Questo volume di importazione risulta superiore di 61 tonnellate in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’Albania offre importanti opportunità nel settore agricolo. Significativo è l’incremento dell’esportazione di frutta ed ortaggi degli ultimi anni. Grazie all’uso di metodi tradizionali, la frutta, le verdure, la carne ed i prodotti lattiero – caseari albanesi sono coltivati e prodotti con pochissimi additivi artificiali e chimici. Il paese è così in grado di diventare uno dei principali produttori mondiali ed esportatori di alimenti biologici di qualità, destinati ai mercati regionali, europei e nordamericani. Il “Made in Italy” in Albania è molto apprezzato, ma il crescente sviluppo dell’economia del Paese e la gestione politica efficace ha sviluppato un interessante tentativo di promozione del “Made in Albania”, un progetto che potrebbe affascinare anche gli imprenditori italiani. L’idea si focalizza intorno alla creazione di un organismo nazionale per un unico marchio di qualità per i prodotti agricoli albanesi e il loro successivo inserimento all’interno dei principali settori turistici della nazione. Istituzioni pubbliche e private coordinano tale lavoro per implementare con successo il denominato “Progetto Brand Albania”. I partner principali, componenti del comitato direttivo del progetto, sono il ministero dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale, il ministero del Turismo e dell’Ambiente, l’agenzia albanese-americana Development Foundation, la struttura Albanian Tourism Association, la Direzione generale della proprietà industriale e l’Università di Agraria di Tirana. In Albania, gli scambi sono regolamentati dal Codice Doganale Albanese. La Direzione generale delle Dogane è l’Istituzione preposta all’attività doganale. La legislazione è in linea con la normativa europea in base alla quale la nomenclatura della merce cambia ogni anno secondo le richieste del WTO. Il paese, inoltre, fa parte dell’Accordo di Libero Scambio dell’Europa Centrale insieme a Montenegro, Macedonia, Kosovo, Moldova, Croazia, Serbia e Bosnia Erzegovina. L’Albania ha firmato anche l’accordo con l’Associazione Europea di Libero Scambio. Il paese gode di un accesso preferenziale al mercato dell’Unione Europea, beneficiando di agevolazioni fiscali sulle esportazioni. La Repubblica di Albania partecipa a diverse convenzioni in materia doganale, accordi internazionali in materia di libero commercio ed accordi bilaterali con le amministrazioni di altri paesi. I livelli di tariffazione di base, oggetto di un processo di liberalizzazione, sono quattro: 0%, 2%, 10% e 15%. L’aliquota massima del 15% è applicata per alcuni prodotti, quali: tessuti, gioielli e prodotti alimentari. L’aliquota più bassa viene applicata per gli aiuti umanitari e per le apparecchiature per lo smaltimento ed il trattamento dei rifiuti. L’Iva sulle importazioni è pagata nel momento in cui le merci entrano nel territorio albanese, ed è applicata nella misura del 20% sul valore dei prodotti più il trasporto e i pagamenti assicurativi. Nel valore tassabile è incluso anche il pagamento di qualsiasi altra tassa legata all’import – export. Per i macchinari legati ad investimenti nei settori delle costruzioni, trasporto, telecomunicazione e le importazioni per la Corporazione albanese dell’Energia si applica il differimento del pagamento dell’Iva. Tale sistema prevede il pagamento dell’Iva solo nel momento in cui viene presentata la dichiarazione Iva presso l’Ufficio tasse dove è registrato l’imprenditore. Le esportazioni albanesi sono esenti da Iva. La dichiarazione di esportazione serve come prova dell’avvenuto procedimento. Tale dichiarazione è concepita secondo il Documento Unico Amministrativo disponibile presso gli Uffici doganali per l’esportazione.

Sistema tributario albanese.

Dal 1995, con il processo di liberalizzazione del mercato, il governo albanese ha adottato una serie di leggi tributarie, grazie al sostegno del Fondo Monetario Internazionale, dell’Unione Europea e degli Stati Uniti d’America. Sono soggetti passivi d’imposta: le società, i gruppi di società, i consorzi e gli enti di fatto, sia albanesi che stranieri, i quali conducono un’attività economica in Albania. Dal 1 gennaio 2014 l’aliquota d’imposta sull’utile è pari al 15%. Da tale data è stata rintrodotta l’imposta semplificata sull’utile applicabile ai piccoli imprenditori che realizzano un fatturato annuo inferiore ad 8 milioni di lek albanesi. A partire dal 1 gennaio 2016, sono state apportate modifiche legislative che prevedono una aliquota pari al 0% per i piccoli imprenditori che hanno un volume d’affari inferiore ai 5 milioni di lek albanesi e un’aliquota pari al 5% per coloro che hanno un volume d’affari da 5 a 8 milioni di lek albanesi. L’imposta semplificata sull’utile dovrà essere pagata in quattro rate. La prima alla registrazione o al rinnovo del certificato di registrazione, entro il 20 aprile di ogni anno. La seconda rata entro il 20 luglio, la terza entro il 20 ottobre e la quarta entro il 20 dicembre. Per la piccola imprenditoria vengono riconosciute come deducibili le spese effettuate per la conservazione e la garanzia dell’utile dell’impresa nella misura in cui tali spese vengano provate dal contribuente.

Energia e Trans Adriatic Pipeline.

Uno degli obiettivi principali del Governo albanese è lo sviluppo e l’ammodernamento del settore energetico, il quale ancora oggi si regge in parte sugli investimenti fatti dal regime comunista. Durante gli ultimi anni, il settore dell’energia è stato caratterizzato da grandi cambiamenti, in primis la ristrutturazione dell’Ente Nazionale produttore di energia attraverso il suo frazionamento in alcune società nei settori della produzione, trasmissione e distribuzione. Grazie all’apertura del mercato delle concessioni per la realizzazione di nuovi impianti e la riabilitazione di quelli esistenti nonché alla nuova politica di apertura totale nei confronti di progetti per la produzione di energia da fonti rinnovabili vi è stato un interesse crescente da parte degli investitori stranieri per l’Albania. L’Albania ha rilevanti risorse di idrocarburi ed è soprattutto dotata di un enorme potenziale. L’88,5% delle fonti energetiche complessive in Albania è costituito dall’energia elettrica, a sua volta quasi esclusivamente di origine idroelettrica. Questo settore offre grandi spazi per l’esportazione nel Paese di know-how (progettazione), di macchinari elettromeccanici per la produzione di energia e apparecchiature elettriche e di software per la gestione degli impianti, settori questi di assoluta eccellenza del “Made in Italy”. Esperto in investimenti nel settore energetico in Albania è R. Laera, amministratore unico della società di consulenza aziendale “Italian Network”, società ponte tra Balcani ed Europa, che ha recentemente dichiarato:

Numerose sono le aziende italiane e straniere che abbiamo supportato negli investimenti nel settore idroelettrico. Prima con l’idroelettrico e adesso con le fonti alternative, il mercato dell’energia in Albania è certamente un investimento redditizio. Inoltre, con la sentenza n. 3759/17 del Consiglio di Stato, depositata il 28 luglio, che dà il via libera all’elettrodotto di interconnessione Italia-Albania, il mercato si apre, oltre che ai Paesi dei Balcani occidentali, all’Italia e a tutta l’Europa, con notevoli vantaggi in termini di collocazione della sovra-produzione. L’Albania è un Paese in pieno sviluppo economico e sociale, dove il Pil si attesta a circa il 4 per cento, nonostante la crisi internazionale, sicuro sotto ogni punto di vista per gli investitori e dove il governo ha intrapreso una serie di riforme atte a snellire la burocrazia e ad eliminare la corruzione. Pertanto siamo pronti ad accogliere le aziende italiane che con il loro know-how possono dare un importante supporto tecnologico al Paese. Una opportunità importante per incontrare partner balcanici, turchi e arabi è stato il Tirana Business Matching, organizzato dalla Camera di Commercio di Tirana il 28 e 29 settembre 2017, dove Italian Network è stata partner e promoter per l’Italia, che ha visto anche l’intervento del primo ministro Edi Rama, del ministro dell’Economia e dell’Energia, oltre al presidente della stessa Camera di Commercio e di numerosi rappresentanti istituzionali e di multinazionali”.

Di concrete opportunità descrive anche Lorenc Gordani, direttore esecutivo dell’Albanian Centre for Energy Regulation and Conservation (ACERC) che sottolinea:

Il panorama del settore solare in Albania ha recentemente visto l’introduzione di importanti sviluppi, in un momento cruciale nelle scelte della sua strategia ottimale per raggiungere un futuro con minori emissioni di carbonio e con fonti energetiche sostenibili. Una situazione che rende l’efficienza energetica da considerare come la più grande risorsa energetica, dal momento che è economica e ampiamente disponibile. In più, l’efficienza energetica può anche aiutare a migliorare la sicurezza energetica riducendo allo stesso tempo le emissioni inquinanti”.

Anche in tale campo la cooperazione tra Italia e Albania va crescendo e intensificandosi. Recentemente è stato presentato il progetto Eagle LNG: “Un gasdotto sottomarino di 110 km dall’Albania alla Puglia, che parte da una nave-rigassificatore ormeggiata a cinque km dalla costa albanese, arriva nel comune di Torchiarolo in provincia di Brindisi e si connette alla rete Snam con altri 18 km di tubazione interrata. Un investimento da 660 milioni di euro, tutti a carico di privati italiani, che dal 2020 potrebbe portare nel nostro paese dai 4 agli 8 miliardi di metri cubi di metano all’anno”. Al gasdotto lavora dal 2005 la società Burns di Campobasso, ramo energetico del gruppo molisano Falcione, specializzato in opere pubbliche e gas. Il progetto Eagle LNG nasce per soddisfare la richiesta di metano dell’Albania, e in seguito si è allargato all’Italia e ai Balcani.  Altro aspetto importante per le imprese e la geopolitica dei Balcani sono i lavori del gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP) che si configura all’interno dell’obiettivo strategico dell’Unione Europea di garantire il futuro approvvigionamento energetico. Il corridoio meridionale del gas collegherà i clienti europei, in particolare quelli italiani, ai produttori dell’Azerbaijan e potenzialmente ad altri produttori dell’Asia centrale, di Israele, dell’Iraq e di qualsiasi altro Paese interessato a far passare il gas per questi condotti. I vantaggi sono previsti soprattutto per il mercato italiano e quello albanese. Nel 2017 gli investimenti per il gasdotto Transadriatico in Albania si sono attestati ad un valore di circa 400 milioni di euro, secondo quanto dichiarato dal direttore generale di Tap Albania, Shkelqim Bozgo. Il direttore generale di Tap ha sottolineato che si tratta del più grande progetto realizzato nell’economia albanese e dovrebbe mantenere il trend di sviluppo anche nei prossimi anni raggiungendo un valore totale di 1,5 miliardi di euro di investimenti. Secondo quanto evidenziato da Bozgo, nel 2020 il Tap sarà pronto per il trasporto in Europa del gas proveniente dai ricchi e sicuri giacimenti della Repubblica dell’Azerbaigian. La stampa locale riferisce che sono 1.800 le persone impiegate in Albania per la realizzazione del progetto energetico, grazie al quale si attende un aumento del Pil albanese di 150 milioni di euro. Albania e Italia possono concretamente promuovere politiche energetiche strategiche per tutta l’area del Mediterraneo. Il futuro dell’Albania è la diversificazione energetica, per arrivare ad una riduzione netta dalla dipendenza dal settore idro-elettrico. Si stima che l’energia solare possa rappresentare una garanzia per il paese se sfruttata adeguatamente, e le prime procedure agevolate per l’installazione di impianti solari sono state avviate. Per gli investimenti più grandi, ci saranno finanziamenti aggiuntivi offerti dalla Banca europea di ricostruzione e sviluppo (Bers). Per questi progetti l’elettricità prodotta sarà pagata dal governo in base a una tariffa stabilita dell’Ente di regolazione dell’energia albanese, progetto sostenuto anche dal Ministro dell’Energia Damian Gjiknuri. Il ministro e il direttore della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) in Albania, Matteo Colangeli, hanno siglato un accordo teso a promuovere gli investimenti per la produzione di energia solare nel paese balcanico. “Si tratta dell’assistenza che verrà offerta al nostro ministero per organizzare le aste per gli impianti di produzione fotovoltaica e della possibilità di un sostegno finanziario da parte della Bers di qualche investimento che verrà scelto tramite un processo trasparente e competitivo”, ha spiegato il ministro Gjiknuri, aggiungendo che “l’obiettivo è di poter garantire finanziamenti, tramite la Bers, per la produzione di energia solare”. Molto si sta già muovendo intorno al rafforzarsi del fotovoltaico nel paese balcanico. Ci sono già investimenti sostanziosi: sono già stati presentati due progetti da 50 MW ciascuno, uno a Malik, in Albania orientale, da un consorzio di società albanesi del settore energetico, e un secondo a Valona dalla Novoselë Photovoltaic PowerPlant Sh.P.K. Tutte opportunità che vanno approfondite e studiate dagli imprenditori italiani.

 Il mercato immobiliare albanese e le prospettive per l’edilizia turistica

Secondo la legislazione albanese, per quanto riguarda la proprietà di beni immobili da parte di individui stranieri ed entità:

  • Non sono previste restrizioni per l’acquisizione, da parte degli stessi, di unità degli edifici (cioè appartamenti, uffici, etc.);
  • Non hanno diritto a possedere alcun terreno agricolo, boschi, prati e pascoli, ma invece hanno diritto ad affittare questo tipo di beni immobili per un periodo fino a 99 anni;
  • Hanno diritto ad acquistare un terreno privato o terreni demaniali costruibili (cioè terreni che non sono terreni agricoli, boschi, pascoli o prati), a condizione che l’investimento che si propone di effettuare sullo stesso terreno superi di almeno tre volte il valore di tale terreno.

I trasferimenti di beni immobili sono soggetti ad una tassa di trasferimento a carico del venditore. L’importo della tassa dipende dal tipo d’immobile e dalla sua ubicazione. La tassa di trasferimento degli edifici viene calcolata in base alla superficie dell’immobile che viene trasferito. La tassa di trasferimento di terreni o di altri beni immobili, non edifici, è pari al 2% del prezzo di vendita. L’imposta sul reddito dalla cessione degli immobili, dovuta da un venditore persona giuridica è calcolata in base al reddito complessivo generato da tale persona giuridica nel rispettivo esercizio fiscale. Dal pagamento di tale imposta sono esenti le persone fisiche che sono soggette al pagamento della tassa sul reddito personale. L’imposta dovuta da un venditore persona fisica è pari al 15% dell’utile realizzato (differenza tra il prezzo di vendita e quello di precedente acquisto). La metodologia del calcolo viene stabilita con Ordinanza del Ministero delle Finanze e del Ministero della Giustizia. La tassa di trasferimento deve essere versata prima della registrazione dei beni immobili presso l’Ufficio di Registrazione delle Proprietà Immobiliari. Come regola generale, il trasferimento di beni immobili è esente da IVA. Tuttavia, la legge ha previsto per i contribuenti, in determinate circostanze e condizioni, il diritto di scegliere se applicare o meno l’IVA per la fornitura di beni immobili o parti di un bene immobile. L’aliquota IVA nel caso in cui il contribuente sceglie di applicare e pagare sarà pari al 20%. Questo diritto è limitato e non può essere esercitato dai contribuenti, che forniscono appartamenti o edifici residenziali o nel caso in cui l’acquirente sia una persona fisica. Il diritto di scegliere se applicare o meno l’IVA può essere esercitato per immobili o parti di immobili che sono venduti per uso aziendale da parte dell’acquirente, che deve registralo presso il CNI, o per scopi di rivendita, ma non per l’edilizia abitativa. Una recente notizia che ha generato attenzione è stata quella di esentare dal pagamento delle tasse gli hotel a 5 stelle del Paese per la durata di 10 anni. L’intervento, annunciato dal premier Edi Rama, ha previsto il rilascio di un pacchetto di incentivi per sostenere gli investimenti nel comparto turistico: il trattamento fiscale di favore è stato esteso anche agli alberghi a 4 stelle. Il trattamento consiste nell’esenzione dall’imposta sugli utili per 10 anni, l’esenzione dal pagamento della tassa sulle infrastrutture, valida solo per gli hotel a 5 stelle, così come l’esenzione dalla tassa di proprietà, mentre l’Iva è stabilita al 6% per tutti i servizi.

Approfondimento di Domenico Letizia, pubblicato per la Rivista di geopolitica “Atlantis“.