La professionalizzazione del multiculturalismo

Le differenze culturali sembrano essere, nei nostri tempi, un elemento che mina la sopravvivenza della nostra quotidianità. In realtà, sono numerose le imprese e le multinazionali, confermando quanto ribadito anche dagli analisti economici e geopolitici, che iniziano a guardare con interesse figure professionali capaci di leggere una società in cambiamento, multiculturale e complessa e di elaborare strategie di risoluzione dei conflitti, favorendo una interazione e una reciproca contaminazione tra culture diverse. Tra le Università che guardano concretamente agli strumenti di analisi del fenomeno e a prassi di azione per istituzioni e imprese ritroviamo l’Università Federico II di Napoli. Il Centro Italiano Femminile con il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” promuove,  scadenza il 21 gennaio 2019, il Corso di Alta Formazione in “Multiculturalità e Politiche di  Interazione interculturale”, il cui bando è reperibile sul sito di Scienze Politiche dell’Ateneo napoletano. La finalità è di creare figure professionali capaci di leggere i fenomeni contemporanei sociali, economici e antropologici legati  al multiculturalismo. Anche l’evolversi delle Organizzazioni internazionali e di quelle non Governative  vedono tra le proprie strategie di azione la necessità di mediatori culturali e agenti capaci di leggere e comprendere fenomeni multiculturali assumendo spesso stagisti dall’estero poiché gli studenti italiani non hanno una conoscenza approfondita dell’analisi multiculturale.

Articoli di Domenico Letizia sulla professionalizzazione del multiculturalismo:

Professione multiculturalismo, Domenico Letizia, pubblicato dal quotidiano “L’Opinione delle Libertà“.

Multiculturalismo in azienda per far crescere l’occupazione, Domenico Letizia, pubblicato da “ElecToMagazine“.

La professionalizzazione del multiculturalismo, Agenzia Internazionale Stampa Estero. Così scrive Domenico Letizia su “L’Opinione delle libertà” diretto da Arturo Diaconale.